Inutile dire che non esiste alcuna fonte specifica che ci dica esattamente come gli stellium vadano considerati. Intanto, definiamo il suo significato: stellium è un raggruppamento di più astri in un medesimo segno. Quanti? Come devono essere raggruppati, ovvero entro quanti gradi di congiunzione? A questi quesiti le risposte sono molteplici in base all’autore di riferimento. Quando definiamo qualcosa uno stellium significa che nel punto del grafico in cui stiamo guardando c’è una concentrazione di astri, che quindi rapportati all’esperienza con la luce risultano essere un agglomerato di luce, nel medesimo segno, dove teoricamente non si renderebbe chiara la distinzione l’una dall’altra.
In base agli autori a cui ci riferiamo, le ipotesi su come considerare lo stellium sono molteplici. Per esempio alcuni dichiarano che dagli stellium vanno escluse quelle conformazioni in cui sono presenti Sole Luna Mercurio Venere, perché questi astri essendo molto veloci e frequentemente in congiunzione (specialmente per Sole Mercurio Venere), si noteranno frequentemente come agglomerati, ovvero tra loro congiunti.
Quindi uno stellium deve essere composto da Marte Giove Saturno, possiamo aggiungerci anche gli eventuali Urano, Nettuno, Plutone. A questi se si uniscono Sole e/o Mercurio e/o Venere, nonché la Luna, lo stellium si amplifica e diventa sicuramente più importante.
Altra questione. La distanza tra questi astri. Le teorie sono numerose (vi riporto poi alcune fonti da cui ho tratto le diverse posizioni nei confronti dello stellium). C’è chi considera gli stellium con orbite di 8°. Chi trova queste orbite eccessive e senza senso per definire qualcosa “stellium” e le riduce a 4°. Chi addirittura dice che bisogna essere selettivi e considerare gli agglomerati effettivamente incidenti e imporranti quando lo stellium è tra pianeti tra loro congiunti in un’orbita di 1, massimo 2°. Chi ha ragione? Nessuno credo… perché alla fine vincerà l’esperienza personale dell’Astrologo.
Ma come si esprimono? Molti li considerano come punti di estrema forza. Armonica o disarmonica dipende. Mentre altri considerano gli Stellium diversificati, ovvero dipende dalla qualità degli astri coinvolti. Se i pianeti si incontrano e sono bruciati dal Sole, lo Stellium rappresenterà un’energia eccessiva e incapace ad essere gestita costruttivamente. Ma in altri casi può risultare significativa come punto di estrema forza, che indirizzerà alcuni lati del sé, può cioè diventare specialmente se orientata in un cardine del grafico una dominante. Dipenderà dal segno dello stellium! Infatti il governatore del segno dello stellium se presente nello stellium stesso, o in aspetto ad esso, diventa estremamente forte e centrale come energia dominante. Questo dipenderà anche dalla sua orientalità. Dipenderà inoltre se lo stellium risulta visibile alla persona che lo osserva, ovvero se è sopra o sotto l’orizzonte. Se è sopra ha più valore ed efficacia nel tangibile, ma se fosse sotto in questo caso avrebbe una maggiore relazione a livello inconscio.
PENSIERO PERSONALE
Gli Stellium nella storia dell’uomo ce ne sono stati parecchi. E molti casi genetliaci portano gli stellium. Ritengo in generale che pianeti molto vicini tra loro e in uno stesso o simile grado, amplificano esclusivamente a livello simbolico e temperamentale i significati umorali e umanistici del segno coinvolto. A prescindere dal grado della congiunzione, una concentrazione di pianeti in uno stesso segno va a richiamare la natura solare di quello spazio dell’eclittica.
Attualmente, per esempio, siamo soggetti ad un agglomerato di pianeti in Aquario, dove quindi è sottolineata la natura del segno Aquario che in numerose occasioni ho ricordato come fosse definita dagli autori antichi: segno della fatica dell’uomo o della lotta, segno che insegna sulla morte poiché disposto nel Thema Mundi in casa otto, segno il cui temperamento è il più lontano dall’uomo pur essendo segno umana. Concetti che provengono da personaggi come Retorio, Firmico, Macrobio. In ottica della filosofia naturale l’Aquario è segno invernale, e di esso abbiamo nel nostro emisfero un’esperienza come cuore dell’inverno. Segno d’aria caldo e umido, eppure fisso ovvero segno che dispone la centralità stagionale. Il calore dell’Aquario è quindi un contrasto oggettivo nei confronti della qualità stagionale, ma non impropria. Il Sole in questo periodo cominciamo ad avvertirlo più concretamente, le giornate si stanno sempre più allungando, ma è un Sole ancora pallido, debole. Infatti l’Aquario è segno del domicilio diurno di Saturno! Tuttavia sappiamo che Saturno nella setta diurna è più operoso, migliore, proprio perché la sua estrema rigidità viene in un certo senso addolcita dal tentativo della Luce di imporsi. Quindi l’Aquario è segno della fatica dell’Uomo che intende significare la lotta, l’impegno, la responsabilità degli uomini tutti nei confronti di progetti o mete comuni. È la fatica che adoperiamo nella costruzione delle nostre opere più belle che prima di essere apprezzate sono soggette, appunto, ad un impegno fisico-intellettuale. Tuttavia il segno intende anche acutizzare una rigidità intellettiva, non è insomma una novità che io sia decisamente contrario all’idea dell’Aquario come segno della tecnologia e del progresso (considero la Vergine domicilio ed esaltazione di Mercurio come segno dell’ingegno e della manualità dell’uomo, che conduce e porta progresso concreto). E in effetti siamo in un momento storico in cui l’agglomerato si presenta in un mondo ancora in piena crisi pandemica, anche se abbiamo più strumenti a nostro vantaggio, ma verso cui ci sono nonostante l’iniziale entusiasmo NOTEVOLI DUBBI sulla loro reale efficacia. E siamo ancora affaticati e appesantiti da una pandemia che per esempio presenta nuove varianti virali, verso cui l’uomo prova timore. E siamo in un momento cruciale per l’economia mondiale perché in piena Depressione Collettiva: sapremo tra non molto gli effetti reali specialmente legati alle vicissitudini sperimentate nel 2020.
L’agglomerato in aquario, dunque, è coincidente qualcosa di attuale, perché i transiti spesso non sono altro che ticchettii del tempo terrestre in cui le cose vengono palesate e confermate nel linguaggio della sincronicità. Non a caso questo incontro avviene in un momento che possiamo tranquillamente definire come faticoso per il collettivo: sul piano economico, sanitario, politico…
BIBLIOGRAFIA
- Oken, Alan. Alan Oken’s Complete Astrology. Bantam Books, New York, NY. 1980 (rev. ed. 1988).
- Parker, Julia and Derek. Parker’s Astrology. Dorling Kindersley, New York, NY. 1991.
- Teal, Celeste. Predicting Events With Astrology. Llewellyn Publications, St. Paul, MN. 1999.
- Federico Capone, i Nodi Lunari, ed. Federico Capone
- Federico Capone, Luna Nera Lilith, ed. Federico Capone